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B.L.U.E. il musical completamente improvvisato

Dopo il sold out dello scorso anno, tornano a far vibrare il palco della Fonderia delle Arti di Roma, l’entusiasmo e la musica di B.L.U.E. il musical completamente improvvisato ! Quattro gli appuntamenti (10-17-31 maggio e 7 giugno) dove la comicità degli improvvisatori e i suggerimenti del pubblico trasformeranno ogni spettacolo in un inedito non più ripetibile. Per l’occasione abbiamo intervistato Fabrizio Lobello, responsabile del progetto B.L.U.E. e co-fondatore de I Bugiardini.

Campeggia sul vostro sito l’affermazione “I Bugiardini l’improvvisazione con effetti collaterali”, poi scorrendo continuate parlando di “effetto terapeutico-farmacologico”. Una rivisitazione delle consuete confezione dei farmaci…non avete paura di scoraggiare i vostri pazienti?

Al contrario! I nostri effetti collaterali sono finora stati tutti positivi… al più qualche mal di pancia per le troppe risate. La spontaneità dell’improvvisazione crea un legame particolare con il pubblico e chi viene ai nostri spettacoli ha la certezza di potersi curare con la medicina del sorriso. Anzi, vorremmo proporci per il Servizio Sanitario Nazionale, vogliamo farci passare dalla mutua!

Cos’è per voi l’improvvisazione? Quali effetti collaterali state notando su di voi? Crea dipendenza?

Per noi l’improvvisazione è la libertà di esprimere la propria creatività insieme ai nostri compagni in scena. E’ un modo per creare storie che da soli non avremmo mai immaginato. Consideriamo il palco un po’ come il nostro parco giochi: giochiamo insieme al pubblico costruendo con la nostra immaginazione mondi qualche volta realistici, qualche volta surreali. Sul palco ci diamo il permesso anche di essere un po’ dispettosi l’uno con l’altro, perché è proprio quando le cose sfuggono un po’ di mano che cominciano a diventare interessanti. E’ anche una filosofia di vita. In compagnia facciamo tutti quest’attività da più di 10 anni e ne siamo assolutamente dipendenti sin dal primo giorno.

Già l'”improvvisazione teatrale” è invenzione estemporanea allo stato puro, vuol dire salire sul palco senza sapere cosa si dirà, cosa accadrà e come si concluderà: insomma un effetto sorpresa totale. Se poi ci si accosta la parola “musical”, il gioco si fa ancora più duro. Quali sono gli elementi fondamentali di un musical improvvisato?

Nel nostro spettacolo chiediamo al pubblico di suggerirci il titolo di un musical di Broadway inesistente, e poi mettiamo in scena quel musical creandolo sul momento, con tanto di canzoni e coreografie, il tutto con una band che improvvisa insieme a noi la colonna sonora. Si potrebbe pensare che “musical improvvisato” sia sinonimo di “musical non preparato” o di “musical approssimato”. Niente di più sbagliato! Per riuscirci, prima di proporci al pubblico ci siamo preparati per tre anni, studiando i musical di Broadway (quelli già scritti… ), prendendo lezioni di canto e ballo, singolarmente e in gruppo, imparando a rimare in maniera estemporanea… e stiamo ancora studiando! Per realizzare un musical da zero ogni sera è necessaria molta preparazione tecnica, una fortissima connessione con i propri compagni in scena, curiosità per quello che potrebbe accadere… e un po’ di sana incoscienza per non lasciarsi spaventare dall’impresa. Per fortuna, i primi a divertirsi a fare questo spettacolo siamo proprio noi, altrimenti non riusciremmo a farlo.

Nel 2014 per la prima volta in Italia, avete portato in scena B.L.U.E. il musical improvvisato mutuandolo dal format anglosassone. E’ stata tua l’idea? Cosa vi ha influenzato e quali le differenze con il vostro spettacolo?

In realtà l’idea ci è venuta indipendentemente nel 2011, quando abbiamo cominciato a lavorare sul progetto per conto nostro. Poi abbiamo scoperto che il musical improvvisato era già nato da tempo negli USA e nel Regno Unito (dove il genere musical è più diffuso), tanto che a New York esiste un festival annuale incentrato proprio sull’improvvisazione musicale. A Edimburgo, dove eravamo per partecipare al Fringe Festival, abbiamo conosciuto gli Showstoppers. Abbiamo sfruttato la loro esperienza decennale per migliorare lo spettacolo, così come abbiamo avuto l’aiuto di grandi professionisti d’oltreoceano, ma il risultato finale è una creazione tutta “italiana”, innanzitutto nel format, che nel loro caso prevede la presenza di un regista che “dirige” da fuori lo svolgimento della storia, mentre invece nel nostro caso la storia viene creata senza alcun intervento esterno, e poi nello stile improvvisativo, che nel nostro caso è un po’ più… sorprendente, per noi e per il pubblico.

Quest’anno tornate con la seconda edizione. Quali le novità?

Innanzitutto abbiamo rinnovato la parte visiva dello spettacolo. Ispirandoci al glamour e alla grandiosità degli spettacoli di Broadway, nel nostro piccolo abbiamo cercato di ricreare quelle atmosfere anche nella parte scenografica, ma non vorrei rivelare troppo e rovinare la sorpresa. Inoltre quest’anno abbiamo ampliato il numero dei musicisti che improvvisano con noi: ogni sera ci sarà una diversa combinazione di strumenti, in modo da offrire in ogni spettacolo un diverso mondo musicale, che potrà essere classico, rock, jazz e così via. Ma alla fine lo spettacolo lo deciderà effettivamente il pubblico con i suoi suggerimenti, per cui sarà diverso ogni sera. Non vediamo l’ora di vedere cosa accadrà!

Dei 6 componenti de I Bugiardini solo 3 parteciperanno al musical (tu, Francesco Lancia, Tania Mattei) oltre a Simona Pettinari, Patrizio Cossa, Andrea Laviola, Fabrizio Aloisi, Emanuele Ceripa e Andrea Torti. Un cast che, se non erro, si rinnova con Fulvio Maura, Cecilia Fioriti e Andrea Laviola.

Il progetto ha richiesto molte competenze diverse, che non riuscivamo a trovare solo all’interno del nostro gruppo. Abbiamo quindi ricercato all’esterno i migliori improvvisatori che avessero le caratteristiche necessarie. E’ stato un lungo processo di ricerca, che è ancora in corso.

Per poter far parte di B.L.U.E., di quali caratteristiche non può far a meno un improvvisatore ?

Per poter fare questo spettacolo servono molte qualità, e per questo non è stato facile trovare i talenti giusti. Naturalmente si deve saper improvvisare una storia, saper cantare, saper creare testi e melodie all’impronta, saper ballare, ecc. A mio avviso però la caratteristica principale è che si deve essere pronti a sbagliare col sorriso! Ci sono talmente tante cose che possono andare storte quando si improvvisa un musical. Il pubblico adora vedere gli attori nel loro processo creativo, comprese le piccole difficoltà che possono crearsi e spesso essere spunto per scene esilaranti. Sono questi i momenti che rendono un musical improvvisato speciale rispetto ai musical già scritti.

www.blueilmusical.it

Monica Matera

BLUE, bugiardini, improvvisazione, musica, musical, teatro

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