Skip to main content

Mandrake_ Zarastro

mandrake

mandrakeDi recentissima formazione, ma già abbastanza attivi sul territorio, i Mandrake nascono nel 2010 dall’incontro tra i brani scritti e musicati da Giorgio Mannucci e le note di quattro strumentisti: una violinista Asita Fathi, una contrabbassista Stella Sorgente, un trombettista Mauro La Mancusa e un percussionista, Dario Gentili.

Una formazione atipica, quanto meno intrigante, soprattutto alla prima lettura del libretto del loro primo album targato FOREARS. Il leader del gruppo livornese infatti, oltre ad essere la voce e la chitarra del gruppo, si cimenta anche con l’ukulele e il piano. Non sono da meno i suoi compagni, che aggiungono, ai loro strumenti principali, anche la viola, e soprattutto, in alcuni brani incontriamo anche le note di flauti, mandolini e bassi elettrici. Non si sa cosa aspettarsi al primo approccio con Zarastro, titolo della loro prima e promettente fatica discografica. Si sa solo che Mandrake era un mago, un personaggio nato dalle sapienti mani del fumettista Lee Falk e da un mago si aspettano magie. E così con la stessa sorpresa di un bambino che vede un coniglio uscire da un cilindro, l’orecchio si accosta a questa sinergia musicale creata dal gruppo.

Gli strumenti e le note si fondono con la voce calda di Mannucci, creando atmosfere che in un primo momento possono sembrare prevalentemente folk, come nell’inizio del brano Time, che dopo l’intro I’m so confused è effettivamente il primo brano dell’album. Ma i colori delle note cambiano e virano verso il pop-rock senza neanche accorgersene. La stessa voce di Mannucci alterna momenti più energici a momenti più dolci. Il groove di Neighbours è più sostenuto, mentre la seguente The copelands è più dolce e monumentale, richiama, alcune sonorità dei ben noti Muse. Ma naturalmente, l’utilizzo della lingua inglese e la nazionalità italiana, mi fa fare un accostamento stilistico, verso gli A Toys Orchestra. In ogni caso i Mandrake hanno una forte personalità e questo lo si nota nella seconda parte del disco. You’re not here accosta il violino e la chitarra con spavalderia, Uncertain moment rievoca sonorità Beatlesiane con devozione e non imitazione, e poi si passa dalla dolcezza di Nothing is predictable alla rockeggiante The evil meeting. Chiudono l’album Black tambourine e Soft Temple.
Un esordio in grande stile per i Mandrake. Speriamo possano continuare a migliorarsi sempre di più e proporre sempre dei lavori di qualità. Controllate la loro fan-page su facebook potreste trovarli nella vostra città quando meno ve li aspettate!

TRACKLIST:
I’m so confused [part I ]
Time
The Neighbours
The copelands
I’m so confused [part II ]
You’re not here
Uncertain moment
Nothing is predictable
The evil meeting
Black Tambourine
Soft temple

Valeria Loprieno

Mandrake, martelive, martemagazine, musica, Recensioni, Valeria Loprieno, Zarastro

Lascia un commento