Skip to main content

RAPSO X. L’antologia di Rapsodia si presenta

Sabato 19 dicembre, alle ore 18:00, aperitivo letterario all’Antico Bar Mariani, in via dei Pettinari 44, in occasione della presentazione di RAPSO X, speciale numero antologico della rivista letteraria Rapsodia.

Il volume comprende gli scritti di 39 autori, oltre alle opere di illustratori, fotografi e collagisti. Oltre ai curatori e ad alcuni degli autori, interverrà Francesco Muzzioli, professore di Teoria della Letteratura e Critica Letteraria dell’Università “La Sapienza”, che ha curato la prefazione. In programma, inoltre, incursioni performative del Collettivo Menti Colorate.

Gli appuntamenti di presentazione proseguiranno il 23 dicembre nella galleria d’arte contemporanea “Toro Arte” a Sessa Aurunca (CE); il 30 dicembre al teatro “Il pozzo e il pendolo” a Napoli ed, infine, il 15 gennaio al “Pastificio Elettrico” di Arezzo.

In attesa, abbiamo fatto qualche domanda ai redattori.

Quando e con quali intenti nasce la rivista letteraria indipendente “Rapsodia”?

Claudio Landi: Rapsodia nasce a febbraio 2014 con l’intento di creare uno spazio di elaborazione artistica in rete. La priorità è sempre stata la letteratura e, in essa, la poesia. Rapsodia non nasce con una linea specifica ma questa si è modellata a partire dai contributi esterni ricevuti ogni due mesi e grazie al forte filtro della redazione che ha sempre cercato di non barattare la qualità per la quantità. Si tratta sicuramente di un progetto di lungo periodo. Vendere è importante per la sopravvivenza del progetto e per essere realmente indipendenti dalle pubblicità o dalle grandi case editrici. Ma non è il punto centrale del progetto. Al centro ci sono gli artisti che offrono i propri contributi e, attraverso essi, offrono un senso alla linea. Rapsodia è un laboratorio artistico a cielo aperto.

In questo momento storico a quali necessità dovrebbe rispondere, secondo voi, una rivista letteraria?
Andrea Corona: Lo scenario contemporaneo, di contro, è dominato propriamente da quell’io edonista e narcisista cui si accompagna la nuova figura del “consumatore estetico”, come lo chiama Gilles Lipovetsky. E se il vettore dell’estetizzazione del mondo non è più rappresentato dall’arte ma dal consumo, ecco che la redazione di Rapsodia si impegna a descrivere e ritrarre, e per quanto possibile contrastare, l’obnubilamento delle coscienze morali, sempre più accondiscendenti e acquiescenti verso le atrocità. Stilisticamente e contenutisticamente variegata, infine, Rapsodia non disdegna il ricorso all’ironia e alla parodia, così come, non di rado, strizza l’occhio alle stesse armi della pubblicità, al fine di mostrarne l’aggressività.

Fatta eccezione questa interessante antologia in vendita in forma di libro, il web sembra essere la vostra vera dimensione, il “luogo” dove venirvi a trovare e sfogliare i numeri gratuitamente. É proprio così? In che spazio vi muovete di preciso?

Claudio Landi: Rapso X è la prima vera pietra miliare di Rapsodia. Il Turning Point della nostra strategia progettuale. Si cambia rotta rispetto a prima nel senso che, se le edizioni gratuite on-line ci hanno permesso di infoltire la rete di artisti, ora è arrivato il momento di dare importanza alle nostre pubblicazioni. Il prezzo dell’antologia non deve spaventare, nella prossima uscita (Rapso XI, febbraio 2016) saremo comunque su Amazon con una edizione cartacea, a colori, il cui prezzo sarà nettamente inferiore. Senza questa operazione sarebbe stato difficile, quasi impossibile, crescere e dare una effettiva spinta al progetto. A riguardo, crediamo fortemente nei nostri lettori e nel valore dei nostri artisti.

Il vostro progetto abbraccia diverse esperienze letterarie, come la poesia e il racconto, aprendo ad autori italiani e internazionali. Come affrontate, specie in questo senso, il rapporto tra lingua e linguaggio?

Francesca Sante: Rapsodia è attentissima a rintracciare le esigenze di duttilità e elasticità linguistica che sempre più numerose e affamate bussano alla porta dell’italiano contemporaneo. In questo senso il lavoro redazionale privilegia un linguaggio schietto, appassionato e ponderato, rispetto alla lingua lirica, dai toni patetici, reticenza dei tanti “ismi” novecenteschi che non ha più ragione d’esistere ai nostri giorni: le parole hanno cambiato di significato e di valore, pertanto è inutile continuare ad alimentare, pur con nuove intenzioni, una lingua che non ha più corrispondenze nella realtà. Anglismi, nuovo lessico informatico, vocabolario underground e in genere tutti quei neologismi che sono considerati ancora acerbi dalla maggior parte dei parlanti ma di cui è già intessuta la rete sociale, attirano l’attenzione di “Rapsodia”.

Abbiamo sfogliato online tutti i numeri, notando come la linea della rivista andata nel tempo a svilupparsi abbracciando anche altri linguaggi: illustrazioni, fotografie e collage affiancano gli scritti, inoltre ci siamo imbattuti in recensioni di dischi e in estratti di testi teatrali. Che idea c’è rispetto a tutto questo?

Antonio V.Luzzu: L’idea dietro tutto il fermento da te citato e creatosi, è quella di produrre un vero e proprio scambio tra artisti, figlio di una certa espressione innovativa spesso snobbata o trascurata e che ha portato la rivista via via a diventare vera e propria fucina più unica che rara nel panorama indipendente. L’importante spazio dedicato ai collage piuttosto che alla fotografia o al teatro è figlio di un’urgenza frenetica che ha come comune denominatore quello di offrire uno spazio emancipato a forme d’arte oggi sempre più furbescamente conformi. Ci si muove insieme verso una ricercata comunicazione involontaria, uno scontro e un montaggio violento di elementi dell’esistenza data. Rapsodia si occupa e preoccupa, insomma, di saziare certe voglie ormai insaziate in un panorama sciatto e mediocre. Senza dimenticare però di forgiare lei stessa l’arte contemporanea.

Parliamo di RAPSO X: come decimo numero di Rapsodia proponete uno speciale volume antologico, stampato con una cura che lo rende a metà tra un libro e un artbook, disponibile su Amazon. Iniziativa che si ripeterà in altre occasioni?

Claudio Landi: Vogliamo che RAPSO X sia toccato, violentato, usurpato e sballottato qui e là. La scelta è stata chiara: badare alla qualità al di là del prezzo di copertina. Le iniziative antologiche si ripeteranno nei prossimi mesi con una sempre maggiore attenzione alla qualità dei testi. Aumenteremo il livello della selezione, dunque sarà ancora più difficile estrarre “il meglio”. Per questo ci sarà molto lavoro da fare. Al momento si pensa a un progetto che possa traghettare rapsodia al compimento del suo terzo anniversario a febbraio 2017, data in cui potrebbe “manifestarsi” una nuova antologia. In ogni caso, si pensa anche a nuove uscite speciali “a tema” da organizzare una volta l’anno, ma questo è ancora in cantiere.

Ipotesi: sono uno scrittore, mi piace Raposidia e voglio proporre un mio testo. Come faccio? Come avviene la selezione dei materiali?

Quisilio Miraglia: Questo è un procedimento assai semplice in partenza e allo stesso tempo molto delicato in fase di elaborazione. All’artista-scrittore basta collegarsi al sito rapso.org e seguire le istruzioni per inviare il proprio manoscritto o la propria opera in occasione delle call for artists annunciate ogni due mesi. La selezione ha luogo in redazione ed è seguita da un intenso dibattito su ogni testo, seguito da una deliberazione a maggioranza dei redattori editoriali. La scelta dei materiali tende sempre più a svincolarsi dal puro gusto personale o dalle emozioni che un testo possa fare o meno provare nel singolo redattore. Si pensa sempre più, invece, all’attinenza al progetto Rapsodia e quanto sia “rapsodico” il contributo ricevuto.

E’ possibile acquistare RAPSO X su Amazon cliccando qui

 

Antologia, Rapso X, rapsodia

Lascia un commento