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Canzone d’Amore contro Canzone d’Autore

[LE PROUDERIE]

Quando ascolto le canzoni d’autore mi viene il voltastomaco. Mi viene il voltastomaco senza neppure ascoltarle, tanto so già che non mi piaceranno. Mi disgusta il solo fatto che siano “d’autore”. Che abbiano la pretesa di essere “artistiche”…
Un tempo erano i film pornografici ad essere definiti “artistici” o “francesi”. Oggi no. Oggi lo sono le canzoni d’autore. La cui oscenità, beninteso, non è comunque mai inferiore. Non mi piace chi ha la pretesa di insegnarti a vivere.

Ancor meno se, a farlo, sono i cantanti. A detta loro, possiederebbero un occhio critico, dal quale osservare e filtrare la realtà. Tutte balle. Tutte fregnacce. La cosa che mi fa davvero trasecolare è che per assecondare la covata infinita dei cantautori “impegnati”, la musica italiana ha rapidamente perso per la strada il vero scopo per il quale è nata. Fare ballare la gente. Fare limonare gli innamorati. Far fare la camporella ai bamboccioni che abitano ancora con la mamma. Ma perché cavolo credete che, ad un certo punto, gli stranieri abbiano cominciato a vendere più dischi degli italiani? Almeno non si capivano i testi! Sapete che vi dico? Mi sono proprio rotto di questo status quo dei miei stivali. Parto seduta stante per Sanremo, e dal pomeriggio di oggi fino alla proclamazione del vincitore del festival di Sanremo manifesterò davanti all’Ariston in favore della Canzone d’Amore Contro la Canzone d’Autore!!! Che cosa curiosa: l’acronimo di quest’ultima frase è davvero indicativo della Canzone d’Autore, perché risulta essere C.A.C.C.A..

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