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3chevedonoilrE_ Nella Baracca di Latta

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3chevedonoilrE_-_copertina_Nella_baracca_di_latta_hi-res_cmykC’è qualcosa che non va in questa imprevedibile formazione romana che si presenta sotto il nome di 3chevedonoilrE. Innanzitutto sono quattro. E, per quanto cresca il nostro sospetto, non è questo. Di certo non si tratta del sound dei nostri visionari.

Racchiuso dal 2010 tra le tracce di Nella Baracca di Latta, i 3E riescono a mettere in un equilibrio pericoloso attributi che mancano ai più leccati e famosi rampolli della scena musicale attuale: parlo di un suono pieno, minuzioso e appagante che si snoda dalla prima all’ultima nota di 14 tracce senza perdere calore, ritmo e autenticità. Lo si capisce già dall’opener – “Non è vero niente” –  che ti catapulta con un sorriso ebete stampato in faccia nel loro mondo. Un mondo in cui, mentre cammini con circospezione, ti trovi a scivolare tra il divertimento beffardo dei Queen, l’irriverente schizofrenia poetica del Rino nazionale (palese in “Carmelita” e “Festival”) fusa alla composta solennità di Battiato. Il tutto misto alle più imperanti e feroci influenze esterofile del rock datato 70’s. Richiami che, per quanto vuoi evitare, ti esplodono in testa e ti accompagnano mentre continui a seguire un flusso pieno di sorprese ad ogni angolo. E se c’è anche la sorpresa, cos’è allora che non va?
Eppure il ritmo rimane serrato, dando vita a brani orecchiabili, ma non banali, con il vecchio metodo del lupo travestito da agnellino. Con testi che risultano infuocate dichiarazioni di acidità, conditi da attimi di gustosa isteria (vedi “Tre che vedono il Re”) e una certa ironia al vetriolo distribuita alla perfezione dalla istrionica vocalità di Zeppis. Un libro aperto pieno di irriverenza e amarezza raccontata con la sarcastica arte di chi dice la verità anche se ti sorride e ti fa ballare (“La mia Italia dorme e tace…”).

Potente, entusiasmante e da fare invidia: è la sezione ritmica messa su magistralmente da Andrea Martella e MrFalda. Tecnica, imperturbabile perizia e scariche di adrenalina costanti dalle scalcianti corde di Carlo Hyper Fadini. Con queste premesse i 3chevedonoilrE si calcano tra sentieri rock senza presunzione (“Piera”, “Troppo Lento”), in canzoni d’autore e di protesta tra metafore e nonsense che, senza annoiare, si mischiano a sprazzi di quella strana creatura che è il pop punk (“Auf Wiedersehen”). In italiano, poi. L’asso nella manica? Un’identità (dopo una ricerca di 7 anni) ben stampata in mente.
E gli perdoniamo i riff, per quanto energici ed infiammanti, che aprono un classico del Signor G. (“L’Illogica allegria”) e le distorsioni edificanti che la chiudono (con una ripresa nell’ultima traccia) nonostante parecchi nerd storceranno il naso. Ma il punto qui sta proprio nel decontestualizzare il concetto, che è in gran parte razionalità, e usarlo nel filo logico di questo lavoro che oscilla tra attimi di rassegnazione (le ganasce con cui è bloccato il furgone in copertina lo dimostrano bene) e repulsione. Ma che alla fine lascia intravedere un piccolo bagliore di serenità. Una serenità acida, cinica e che, come nella parabola di Magnus Mills, lascia qualcosa su cui riflettere (“Il Giorno del mio Cambiamento”).
Ed ecco chiaramente quello che non va dei 3chevedonoilrE: si sono fatti vedere mentre staccavano i cliché ad un re che è ancora troppo vestito. E ci è piaciuto.

I 3chevedonoilrE sono:
Andrea Martella: batterie
Carlo Fadini Hyper: chitarre, cori
Mr Falda: bassi, cori
Zappis: voci, tastiere

TRACKLIST:
01. Non è vero niente
02. Festival
03. Tre che vedono il re
04. Rema fino a che sei in acqua
05. Essere qui adesso
06. Carmelita
07. L’illogica allegria
08. Piera
09. Una strega
10. Troppo lento
11. Chi ha paura del gatto nero?
12. Auf wiedersehen
13. Il giorno del mio cambiamento
14. L’illogica allegria (coda)

Emiliana Pistillo

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