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Marcosbanda. Sarebbe ora!

[MUSICA]

Il 22 luglio a Villadose (RO), la Marcosbanda ha vinto il premio “Voci per la libertà – una canzone per Amnesty”, con il brano “Sarebbe ora”.
“Sarebbe ora di ritornare con la faccia sulla terra, opporre un veto di parole elastiche a tutte le politiche di guerra, cercare spazio per comunicare, avere un fiore da annaffiare, respirare, possibilmente respirare, possibilmente, respirare”. (estratto, “Sarebbe Ora” – Marcosbanda).

 

Parole semplici ma capaci di arrivare dritte come un pugno allo stomaco, per poi arrampicarsi velocemente fino in gola, lasciando la sensazione di un nodo difficile da sciogliere.
Musica autentica dalle melodie ricercate, nata da un mix di jazz, rock, bossa nova e funk.
I testi di Marco Panetta (autore, voce e chitarra del gruppo), richiamano i racconti leggeri e divertenti di Stefano Benni, trasformando “Il nome dei pomodori”, album d’esordio del gruppo di prossima uscita per la CinicoDisincanto di Fabrizio Brocchieri, in una raccolta poeticamente scanzonata di storie improbabili di ordinaria quotidianità, con sempre sullo sfondo la verità a volte scomoda, capace di stimolare la riflessione.

Dopo aver raggiunto, tra il 2005 e il 2006, le finali nell’ultima edizione del Premio Fabrizio De André (2° in classifica) ottenendo anche il primo posto nella speciale classifica sul portale Rockol, la vittoria del Premio Speciale Self a Rock Targato Italia e il Premio Speciale della giuria (presidente Mogol) al Premio Solo Musica Italiana, i ragazzi della Marcosbanda nel 2007 hanno conquistato, come finalisti del Lazio, la fase nazionale della terza edizione di Primo Maggio Tutto l’Anno. Poi a giugno l’uscita del singolo d’esordio “Dragau”.

Ora, con il voto unanime della giuria, sono i vincitori della decima edizione del premio Voci per la Libertà – una canzone per Amnesty.
“Il rispetto nei confronti della vita – ha dichiarato Marco Panetta – è legato all’elasticità di pensiero, movimento, parola. L’estremismo non farà mai incontrare le persone. L’elasticità le fa invece incontrare e creare comunicazione vera, quella che poi fa scattare l’empatia e non lascia spazio alle guerre.”

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