Mi sono sempre chiesta perché lo facesse, in fondo era inutile, bastava far passare la nottata. Adesso, invece, mi preoccupa eccome pensare di dover aspettare un autobus per quaranta minuti sotto il sole, reso più cattivo da una figura infernale a cui neanche un obolo basterebbe per concedermi un po’ di respiro.
Più si cresce, o meglio si diventa adulti, e più si capiscono le parole di quelle figure incartapecorite che erano i

Ma io pensavo che la guerra fosse finita e che ci si poteva risparmiare la fatica di andare in giro con una bottiglia vuota. La plastica era un’invenzione geniale che mio nonno non poteva capire, o forse eravamo tutti noi che non avevamo capito come riutilizzarla.
Ancora indecisi su dove collocare gli inceneritori, mentre in altri paesi dell’Unione Europea si procede a freddo con il trattamento meccanico biologico, c’è qui in Italia chi utilizza la plastica per realizzare oggetti di design, dopo le innovazioni stilistiche della Kartell, la nuova frontiera è quella di riciclare la plastica delle bottiglie colorate e trasformarla in oggetti unici.
A Roma, Alecci e Di Paola, realizzano effetti nuovi e assolutamente unici per decorare la casa di noi consumatori accaniti. Si tratta di una vera e propria magia, ecco perché il loro studio nel cuore del primo municipio, zona Cavour, si chiama Artefici d’interni.

La sperimentazione di Alecci e Di Paola è stata premiata con la partecipazione a Fast Forward Design, mostra dedicata al design ospitata fino al 19 maggio presso la Galleria d’Arte Sala 1 di Roma, un vero e proprio premio per il design sostenibile e soprattutto innovativo che ha coinvolto, non a caso, anche designer finlandesi all’avanguardia. Alecci e Di Paola, non fanno solo sperimentazione costruendo oggetti incredibili come il pianoforte a coda in cartone pressato, totalmente funzionante e smontabile, ma uniscono la creatività con l’arte, sua stretta sorella.
Lo studio ospita abitualmente mostre d’arte, fino al 30 giugno la plastica disciolta è stata la base della fotografia di Ursula Persiani.
Lo still life della Persiani è diventato ritratto di una scultura creata dalla stessa fotografa che entra in toto nello spirito dello studio, anche le cornici delle sue opere sono realizzate in legno riciclato ed è quasi una ferita vedere le immagini traslucide delle sue fotografie incastrate nella povertà del legno, una ferita che si può chiaramente inquadrare nella parola pop. I colori, la materia stessa e la denuncia fatta con la stessa ironia di Warhol, che è attualmente in mostra, fino al 9 settembre, presso la GNAM di Roma, sono state assorbiti e ripresi in modo originale dalla fotografia plastificata di Ursula Persiani.
Un mondo patinato, concreto sotto uno strato brillante diventa ironicamente drammatico in Glazed, piccole stampe

www.alecciedipaola.it
www.ursulapersiani.com
Shiba